Giovanni Crisostomo

(344?-407)

                                                                    



Maldicenza e giudizi sul prossimo

Di quanti mali siamo carichi e non ce ne accorgiamo! Ci mordiamo a vicenda, ci divoriamo a vicenda, offendendoci, accusandoci, calunniandoci, afflitti dalla gloria del prossimo. E osserva un fatto grave: quando qualcuno vuole offuscare la fama di qualche prossimo, dice: "Un tale ha detto questo sul suo conto", oppure: "Dio, perdonami, non indagare: non posso far a meno di dire ciò che ho udito". Ma perché lo dici se non ci credi? Perché ne parli? Perché cerchi di farlo credere, facendo tanto rumore? Perché diffondi un discorso che non è vero? Tu non ci credi, e supplichi Dio di non giudicarti? Non parlare, ma taci, e sarai libero da ogni timore! Non so proprio da dove sia piombata tra gli uomini questa malattia: siamo chiacchieroni, nulla resta fermo nella nostra anima. Ascolta un saggio che ci esorta dicendoci: Hai udito una parola? Muoia in te; sta' tranquillo: non ti farà scoppiare, e ancora: Lo stolto udì una parola ed ebbe le doglie: come una partoriente davanti alla faccia di un infante (Sir 19,10-11). Siamo pronti ad accusare, siamo preparati a condannare. Se non avessimo fatto altro male, questo è sufficiente per rovinarci e per spedirci nella geenna: questo ci avvolge tra mille mali. E perché lo comprenda bene, ascolta il profeta che dice: Ti sei seduto e hai parlato contro il tuo fratello (Sal 49,20). "Ma non io" si dice, "è stato quello!". Invece proprio tu: se tu non avessi parlato, un altro non avrebbe sentito; e se pur avesse altrimenti sentito, tu non saresti la causa del male. Bisogna coprire, bisogna nascondere le mancanze del prossimo; tu invece le snoccioli col pretesto di amare la virtù! Non ne risulti un pubblico accusatore, ma un chiacchierone, uno sventato, un pazzo. Che valentia! Copri te stesso di vergogna, insieme con l'altro, e non te ne accorgi! Guarda quanti mali nascono da ciò: irriti Dio, danneggi il prossimo e ti rendi meritevole di castigo. Non odi Paolo che dice parlando delle vedove: Si abituano non solo ad essere oziose, ma ciarliere e curiose, ad andare intorno per le case e a parlare di cose sconvenienti (1Tm 5,13)? Perciò, anche se credi a ciò che si dice di tuo fratello, non c'è bisogno che ne parli; tanto più se non ci credi. Tu guardi sempre a te stesso, e sei nel timore di venir esaminato da Dio? Temi dunque di venire esaminato sulla maldicenza! Qui non puoi dire: "Dio non indagare la mia maldicenza!": è precisamente maldicenza! Perché hai diffuso la chiacchiera? Perché hai accresciuto il male? È qualcosa che ci manda in rovina! Per questo Cristo ha detto: Non giudicate, per non essere giudicati (Lc 6,37). Noi non abbiamo nessuna delle sue ragioni, eppure ciò che avvenne al fariseo non ci fa ravvedere! Quegli aveva esposto un fatto vero, cioè: Non sono come questo pubblicano (Lc 18,11); e parlava mentre nessuno l'ascoltava: eppure fu condannato. Se fu condannato uno che diceva la verità e che parlava senza che nessuno lo ascoltasse, che pena soffriranno quelli che diffondono ovunque menzogne di cui neppure loro sono convinti, come vecchie ciarliere? Che castigo non dovranno sostenere? Mettiamo dunque una porta e una sbarra alla nostra bocca; molti mali nascono dalla maldicenza: vengono sconvolte case, vengono spezzate amicizie, e succedono mille altri guai. Non ingerirti nei fatti del prossimo, o uomo! Ma ti piace parlare e hai questo debole? Parla a Dio delle tue cose: non sarà più un difetto, ma un vantaggio; parla delle tue cose a chi ti è veramente amico, a chi è giusto, a coloro in cui hai fiducia, perché preghino per i tuoi peccati. Se parli delle faccende altrui, non ne hai giovamento, non ne hai guadagno, ma rovina; se esponi le tue al Signore, ne hai una grande ricompensa. È detto infatti: Dissi: Esporrò al Signore, contro di me, la mia iniquità; e tu prosciogliesti l'empietà del mio cuore (Sal 31,5). Vuoi giudicare? Giudica ciò che ti riguarda: nessuno ti accusa se tu condanni te stesso; ti accusa invece se non ti condanni, ti accusa se non ti rimproveri, ti accusa se non soffri. Vedi qualcuno che si adira, che si irrita o che fa qualche altro male? Subito rifletti alle tue faccende, e così non condannerai lui e libererai te stesso dal peso dei peccati. Se imponiamo questo ritmo alla nostra vita, se diamo questa impronta al nostro agire, se condanniamo noi stessi, probabilmente non commetteremo molti peccati, compiremo molte opere buone, saremo abili e misurati e godremo di tutte le promesse fatte da Dio ai buoni: e ci sia dato di raggiungerle per la grazia e la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo; a lui, insieme al Padre e allo Spirito Santo sia gloria, potenza e onore, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

Crisostomo Giovanni, Omelie sulla lettera agli ebrei , 21,3-4



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