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               L'amore 
                per il denaro è peggiore dell'amore carnale 
              La 
                costumatezza non consiste solo nell'astenersi dall'impudicizia, 
                ma nell'essere puro anche dalle altre passioni. Pertanto, anche 
                chi ama il denaro non è costumato. Come infatti l'impudico ama 
                i corpi, così l'avido ama la ricchezza; anzi, questi è ancor più 
                scostumato, perché è minore la forza che lo trascina. Così viene 
                detto incapace non l'auriga che non riesce a dominare un cavallo 
                impetuoso e sfrenato, ma quello che non riesce ad assoggettarne 
                uno estremamente mansueto. "E che?", si dirà, "l'amore per il 
                denaro è da meno dell'amore carnale?". È chiaro a tutti, e lo 
                si può dimostrare con molte ragioni: anzitutto, perché il desiderio 
                sessuale sorge in noi per necessità; e ciò che sorge per necessità 
                si può correggere evidentemente, solo con molta fatica: è radicato 
                nella natura. In secondo luogo, perché gli antichi non fanno gran 
                conto del denaro, gran conto invece fanno delle donne per la loro 
                pudicizia; e se uno vive con la moglie secondo la legge fino alla 
                vecchiaia, nessuno mai lo biasima; invece tutti biasimano chi 
                non fa altro che ammassare ricchezze. Molti filosofi estranei 
                [al cristianesimo] disprezzarono il denaro, nessuno le donne: 
                questo amore è dunque più tirannico. Ma dato che parliamo per 
                la Chiesa, non portiamo esempi di gente estranea, bensì quelli 
                della Scrittura. Questo uomo beato [Paolo] lo ritiene quasi un 
                precetto, dicendo: Se abbiamo cibo e vestito, siamone contenti 
                (1Tm 6,8); e riguardo alle mogli: Non negatevi l'un l'altro se 
                non di comune accordo, e poi ritornate ancora insieme (1Cor 7,5). 
                Spesso puoi notare che impartisce disposizioni sui rapporti coniugali: 
                permette che si goda di questo piacere, e ammette le seconde nozze; 
                dà grande importanza a questa faccenda e non castiga mai per questo 
                motivo. Paolo invece condanna ovunque chi è cupido di danaro. 
                Anche Cristo ha impartito molte disposizioni riguardo alle ricchezze, 
                per farci fuggire questa peste; non così invece circa l'astensione 
                dalla donna. Ascolta ciò che dice del denaro: Se uno non rinuncia 
                a tutto ciò che possiede... (Lc 14,33); e in nessun luogo dice: 
                "Se qualcuno non rinuncia alla donna"; sapeva quanto ciò sarebbe 
                stato oppressivo. E il nostro beato [Paolo] dice: È onorata l'unione 
                matrimoniale, il letto immacolato (Eb 13,4). Mai invece dichiara 
                onorata la preoccupazione di ammassare ricchezze; al contrario 
                scrive a Timoteo: Ma quelli che vogliono arricchirsi cadono in 
                una tentazione, in un laccio e in molte bramosie inutili e dannose 
                (1Tm 6,9).  
              Crisostomo 
                Giovanni, Omelie sulla lettera a Tito, 5,2 
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