Gregorio Nazianzeno

(329?-390)

                                                                    



Cristo nei poveri

Se chi beffeggia il povero eccita all'ira il suo Fattore (Pr 17,5), onora il Creatore colui che ha ogni cura di una sua creatura. Quando poi senti: Povero e ricco si sono incontrati: il Signore ha fatto l'uno e l'altro (Pr 22,2), non intendere che abbia fatto l'uno povero e l'altro ricco e tu venga così a vieppiù insorgere contro il povero: non è chiaro che quella distinzione venga da Dio: è detto che l'uno e l'altro sono creature di lui, anche se vi è qualche differenziazione esteriore. Ciò ti muova alla compassione e alla fraternità e se il primo pensiero ti ha spinto all'orgoglio, quest'altro ti renda umile e più ponderato. Che dice poi la Scrittura? Chi ha misericordia del povero, fa un prestito a Dio (Pr 19,17). Chi vorrebbe rifiutare un tale debitore, che a suo tempo renderà il prestito con gli interessi? E ancora: Con le elemosine e la fede si purificano i peccati (Pr 15,27)... Credi che l'amore del prossimo non sia per te obbligatorio, ma libero? Che non sia una legge, ma un consiglio? Anch'io lo desideravo davvero e ne ero convinto: ma mi atterrisce la mano sinistra (del Giudice divino), i capretti, i rimproveri di lui assiso in trono. E vengono giudicati e posti alla sinistra non perché abbiano rapinato, commesso furti sacrileghi o adulteri, o abbiano perpetrato qualche altra azione interdetta, ma perché non hanno avuto cura di Cristo nei bisognosi. Perciò, se mi volete ascoltare, o servi di Cristo, o fratelli e coeredi miei, fino a quando abbiamo tempo, visitiamo Cristo, curiamo Cristo, nutriamo Cristo, vestiamo Cristo, ospitiamo Cristo, onoriamo Cristo: non solo a tavola, come alcuni; non con l'unguento prezioso come Maria, non solo col sepolcro, come Giuseppe di Arimatea, né con le cerimonie funebri, come Nicodemo, amico di Cristo a metà; e neppure con l'argento, l'incenso e la mirra, come i magi, a quanto è detto. Ma poiché il Signore di tutti vuole misericordia e non sacrificio e la vera bontà è superiore a mille agnelli grassi, questa mostriamo a lui nei bisognosi che oggi giacciono a terra prostrati; e questo affinché, quando ce ne andremo di qui, egli ci accolga nei tabernacoli eterni.

Gregorio Nazianzeno, L'amore per i poveri, 36,39-40



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